Google CardBoard: la realtà virtuale low cost

In questo periodo si parla molto di realtà virtuale ed in particolare del Google CardBoard, un device molto particolare il cui prezzo in molti casi è inferiore ai 20€.

Cos’è la realtà virtuale?

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La realtà virtuale, comunemente intesa, è in pratica un meccanismo basato su un visore che, messo davanti agli occhi, permette di vedere in 3D un ambiente, come se ci fossimo dentro; a condire il tutto, il fatto che ruotando la nostra testa in qualsiasi direzione ruota anche tutto l’ambiente intorno a noi, rispondendo ai nostri movimenti, e questo ci da veramente l’impressione di essere in un altro mondo.

Il dispositivo “per tutti” al momento migliore si chiama Oculus Rift, ed è stato messo in vendita qualche settimana fa… Al costo di circa 700 euro. Insomma, il visore è per tutti ma il prezzo lo è un po’ meno, soprattutto perché le applicazioni della realtà virtuale sono pochissime, al momento.

Google pensa ad un dispositivo economico

Per questo, qualche azienda intraprendente (Google) ha pensato che un visore per la realtà virtuale in realtà non deve essere così costoso: i nostri smartphone hanno già tutto ciò di cui c’è bisogno per fare una cosa del genere, perché riescono anche a tracciare i movimenti della testa. E così è nato il Google Cardboard, un contenitore di cartone che avrà si e no un costo di cinque euro in cui si inserisce lo smartphone, e si guarda.

Ci sono anche dei miglioramenti, che costano dai 20 ai 30 euro, basati sullo stesso principio ma più comodi da indossare, e sono i cosiddetti visori per la realtà virtuale da smartphone.

Realtà virtuale: com’è il Google Carboard V2?

Purtroppo, per parlare di un argomento come questo non c’è YouTube che tenga: non c’è un modo per apprezzarla se non avendo un visore specifico, anche quello da cinque euro. È per questo che prima di scrivere questo articolo ci siamo premuniti e abbiamo provato questa possibilità, per capire come funzionasse.

Ci siamo procurati un visore da 20 euro, mentre lo smartphone che abbiamo è un iPhone 6 Plus, ma purché sia abbastanza recente vanno bene tutti gli smartphone attuali. Spendendo quindi pochissimo, appena il visore arriva si può inserire lo smartphone al suo interno ed applicarlo alla nostra testa: saremo trasportati nella realtà virtuale.

O, meglio… Prima di mettere il visore bisogna aprire un’app. E non un’app qualsiasi, ma un’app per la realtà virtuale; su App Store e Google Play se ne trovano tantissime, basta cercare “cardboard” e scaricare una delle tante app che ha il simbolo degli occhiali al suo interno. Basta aprirla prima di mettere lo smartphone nel visore, ed il gioco è fatto: si parte.

Visto che mentre lo smartphone è nel visore il touch non si può usare, gli sviluppatori hanno pensato a comandi alternativi. Che sono due.

  • Il primo è la nostra testa: avremo davanti a noi, al centro, un puntino che rimane lì fisso, come un laser. Ruotando la testa il mondo intorno a noi ruoterà, ma il puntino rimarrà lì fermo, e ci consentirà di selezionare le varie opzioni che si spostano intorno a noi, entrare nelle porte, camminare o fermarci: in effetti, è una cosa bellissima poter controllare le cose solamente guardandole. Ti fa sentire onnipotente.
  • Il secondo è il magnete. È una semplice calamita che si trova sulla parte sinistra del visore, e se la spostiamo quella torna al suo posto (è una calamita…); spostandosi, però, sposterà la bussola integrata nello smartphone e darà quindi un segnale, come il clic del mouse. Nei giochi per VR dove si spara il sistema serve per sparare, altrimenti è un modo per selezionare un’opzione dopo averla “puntata” con gli occhi.

Quali sono le possibilità?

Al momento, tra le app che sono presenti sugli store, possiamo distinguerne tre tipi: le app dimostrative, le app per la realtà virtuale vere e proprie (generalmente i giochi) e le app per i video a 360 gradi.

Tutte e tre sono utilizzabili.

  • Le app dimostrative sono le prima che si utilizzano, e servono soprattutto a mostrare le capacità della tecnologia. La prima da scaricare è Google Cardboard, che ci permette di fare tante piccole cose diverse, e poi abbiamo Street View, che ci consente di vedere le vie come se fossimo veramente lì (toccando il magnete e inquadrando una freccetta ci si sposta, come dal computer si fa con il mouse), e (solo su Android) YouTube, che ci mostra i video 3D in 3D, quelli 2D con effetto cinema. Molto divertente.
  • Le app per la realtà virtuale vere e proprie sono app o giochi che ci mettono in un ambiente virtuale in cui possiamo fermarci o muoverci. Alcune app ci fanno semplicemente esplorare, altre ci fanno addirittura giocare, ovvero interagire con il paesaggio, sparando, scegliendo delle soluzioni, trovando l’uscita dai labirinti e così via. Hanno l’effetto tridimensionale e sono probabilmente tra le app migliori per smartphone, anche se purtroppo sono ancora molto acerbe e ridotte all’osso per le possibilità che avrebbe uno smartphone potente come quelli di oggi: un vero peccato.
  • Infine, i video a 360 gradi sono l’ultima delle tecnologie che abbiamo a disposizione. Sono video a tutti gli effetti, come quelli che sono su YouTube, e generalmente non sono tridimensionali, ma ripresi da una videocamera a 360 gradi. Questo significa che mentre il video va, noi potremo guardarci intorno in tutte le direzioni, sopra, sotto, lateralmente… In questo modo si fanno dei veri e propri viaggi virtuali più o meno lunghi, in giro per il mondo senza muoverci da casa. Anche qui, purtroppo i video sono generalmente brevi, ed è un vero peccato perché teoricamente in questo modo potremmo fare anche dei film.

La realtà virtuale vale la pena?

Per la mia personale esperienza, assolutamente si.

Io ho comprato il visore alcune settimane fa, giusto per (tanto, per venti euro…) e nonostante non lo si usa per giornate intere (anche perché dopo un po’ viene da vomitare, a seconda delle app… Troppa immedesimazione, va in pappa il cervello) arriva quel quarto d’ora del giorno in cui vogliamo “farci un viaggio”, o esplorare un mondo sconosciuto, o cacciare gli zombi nella metropolitana.

Ci mettiamo in una stanza libera, spegnamo la luce e… Siamo solo noi e il nostro smartphone, o meglio il nostro visore, in un mondo completamente diverso dal nostro. Sia che cacciamo, che giriamo Parigi, che siamo sulle montagne russe, che cerchiamo l’uscita da un labirinto fatato, che visitiamo Firenze con Street View, la realtà virtuale trova sempre qualcosa con cui stupirci.

Se abbiamo uno smartphone di massimo due anni fa, di buona fascia, e 20 euro da buttare (perché le buttiamo, a parte l’effetto “Wow” al momento non c’è alcuna utilità pratica per la realtà vietuale) facciamolo. È una soddisfazione che, specie se siamo appassionati di tecnologia, ripaga ampiamente le nostre aspettative.

E non ci fa rimpiangere i soldi del visore. Assolutamente.