Come scegliere il monitor PC adatto alle proprie esigenze?

Sei alla ricerca di un monitor per il tuo PC e non sai quale scegliere? Allora ti trovi decisamente nel posto giusto. Di seguito, troverai una guida dettagliata che ti consentirà di capire quale è il monitor più adatto alle tue esigenze.

Come scegliere il monitor PC adatto alle proprie esigenze?

Risoluzione e dimensioni

Indice dei Contenuti

Il primo aspetto di cui tenere conto quando si è alle prese con la scelta di un monitor per il PC è la risoluzione. Proprio la risoluzione, poi, è strettamente legata alle dimensioni. Nonostante ciò, è necessario non tenere conto solo ed esclusivamente di queste ultime.

Il numero dei pollici, infatti, non è l’unico elemento fondamentale. In linea di massima, comunque, le dimensioni dei monitor partono da 18,5’’ e arrivano a più di 30’’.

Per quanto riguarda, poi, la risoluzione, le alternative sono moltissime e più precisamente:

  • Monitor full HD, in cui la risoluzione è di 1920 x 1080 pixel. Al momento, questa risoluzione è la migliore riguardo al rapporto tra qualità e prezzi. Questa tipologia di risoluzione è ideale per tutti coloro che utilizzano il proprio PC anche per giocare. In merito, è opportuno tenere presente che le dimensioni suggerite per questa risoluzione sono quelle che vanno da 21’’ e arrivano a 27’’. Giocare con un monitor troppo grande potrebbe causare problemi alla vista e, pertanto, dimensioni superiori sono sconsigliate.
  • Display 2K, in questo caso, la risoluzione è 2560 x 1440 pixel. Inoltre, proprio i pixel vengono indicati in modo tale da rendere molto più facile lavorare sia con i video che con le foto. Le dimensioni suggerite per questa tipologia di monitor sono quelle da 27’’ in poi.
  • Monitor 4K o comunemente definiti Ultra HD: la risoluzione è 3840 x 2160 pixel e sono, senza alcun dubbio, i migliori sul mercato. Questi monitor sono adatti per ogni genere di utilizzo e sono ideali per tutti coloro che per lavoro o per hobby hanno a che fare con video e/o foto. In merito a questi monitor, è necessario tenere a mente che devono essere utilizzati in sinergia con una scheda video particolarmente pesante. In caso contrario, infatti, rischierebbero di essere del tutto controproducenti e, addirittura, potrebbero compromettere anche le prestazioni di alcune applicazioni. Le dimensioni suggerite vanno da 28’’ in su.

Tecnologia del pannello del monitor

Oltre la risoluzione è necessario tenere conto anche della tipologia realizzata per creare il pannello, nella maggior parte dei casi, i monitor disponibili in commercio sono di questa tipologia:

  • Monitor TN: caratterizzati da un basso tempo di risposta (vedi il capitolo seguente). Inoltre, non sono eccessivamente costosi e sono i migliori per gli amanti dei videogames e per chi utilizza il PC per guardare video e/o film in 3D.
  • Monitor IPS: sono più adatti per coloro che hanno a che fare quotidianamente con materiale multimediale. Questa tipologia di pannelli, infatti, fa in modo che il colore renda decisamente meglio rispetto ai precedenti ma, allo stesso modo, hanno un tempo di risposta molto alto. I pannelli IPS sono suddivisi in PVA e MVA. I primi sono ideali per chi ha necessità di contrasti elevati. I secondi, invece, sono consigliato ha chi utilizza il PC soprattutto per lavoro.
  • Monitor VA: hanno, senza alcun dubbio, un ottimo angolo cosiddetto di visione e garantiscono un contrasto molto buono. E per quanto riguarda i tempi di risposta? In realtà, non sono poi così bassi. Anche i colori non sono perfetti come quelli dei pannelli IPS e può capitare che su questa tipologia di display si verifichi il fastidioso effetto scia.

Tempo di risposta, frame rate …

Molto importanti sono anche il tempo di risposta, il frame rate, il refresh rate e il contrasto.

Tempo di risposta

Quando si parla di tempo di risposta si fa specifico riferimento alla quantità di millisecondi che servono affinchè un pixel cambi il proprio. Come è facile capire, questo parametro è importantissimo per tutti coloro che utilizzano il proprio PC per giocare.

Frame rate

Il framerate, invece, indica quanti sono i fotogrammi che sono stati reindirizzati in un secondo dalle schede grafiche ai PC.

Refresh rate

Il refresh rate, invece, è la frequenza con cui l’immagine sullo schermo viene aggiornata. In buona sostanza, si tratta del numero delle volte in cui le immagini vengono ridisegnate sul monitor in un secondo.

Ovviamente, questi due ultimi parametri più sono alti e più sono buoni. Anche per quanto riguarda il contrasto, tutto dipende principalmente dall’utilizzo che si deve fare del PC. Chi, ad esempio, utilizza il PC per modificare video e/o foto deve optare per monitor con un buon contrasto al fine di avere un’ottima qualità visiva. Il livello cosiddetto di contrasto serve per avere una resa migliore delle immagini e, dunque, più è alto e meglio renderanno.

Display lucido o opaco?

I display possono essere sia lucidi che opachi. Quelli dotati di superficie opaca, ovviamente, riescono ad evitare i riflessi. Per quanto riguarda, invece, quelli con le finiture lucide, invece, è fondamentale tenere conto che, pur presentando qualche criticità per quanto riguarda proprio i riflessi, consentono di godere di colori particolarmente vividi.

Fattore di forma e angolo di visione

Per quanto riguarda le dimensioni, vi sono i monitor 16:9 e quelli 4:3. La seconda alternativa è consigliata, però, solo a chi ha problemi oggettivi di spazio e, dunque, non ha la possibilità di posizionare uno schermo più grande. L’angolo di visione, poi, dipende dalla distanza dal monitor. La cosa importante è tenere conto della grandezza del monitor per poi regolare, appunto, la distanza.

Schermo curvo o schermo piatto?

In questi ultimi anni hanno preso molto piede i monitor a schermo curvo, oggetti molto apprezzati per il loro design particolare e belli da vedere, anche se di solito più costosi dei corrispettivi a schermo piatto. Ma quanto conviene passare ad uno schermo curvo, considerando le differenze dal punto di vista della visione?

Dal punto di vista del lavoro, non c’è alcuna differenza tra avere uno schermo piatto o uno schermo curvo, perché lo schermo si guarda tutto in una volta e comunque non ci sono grandi problemi per gli angoli di visione, su un monitor per computer (si sta sempre molto vicini, quando siamo al lavoro); se ci si allontana dallo schermo, magari per guardare un film, man mano che ci allontaniamo la curvatura si percepisce meno e l’effetto sarebbe uguale a quello di uno schermo piatto, per cui non ha senso spendere cifre maggiori per avere un monitor curvo. Anche perché per apprezzare le differenze servirebbe uno schermo gigante, di quelli tipici dei televisori e non dei computer (uno schermo troppo grande non sarebbe funzionale per il lavoro), e per questi motivo la differenza tra il curvo e il piatto è pari a zero.

Anche se qualcuno, tuttavia, usasse il computer per l’intrattenimento (film, videogiochi) non ha comunque senso acquistare, per i motivi che abbiamo visto sopra, uno schermo di dimensioni inferiori ai 30 pollici, se curvo, perché non si noterebbe la differenza dallo schermo piatto.

Porte di ingresso

Molti dei monitor attualmente in commercio sono dotati sia di ingressi DVI che HDMI. Nella maggior parte dei casi, poi, hanno anche i VGA e le cosiddette Display Port. Molto più difficile, invece, è riuscire a trovare monitor con collegamenti cosiddetti Thunderbolt. In ogni caso, il collegamento da preferire è quello HDMI. Prima di procedere con l’acquisto, comunque, è opportuno accertarsi che esso sia compatibile con il PC. Non tutte le porte HDMI, infatti, hanno la medesima dimensione.

Casse integrate o casse separate?

La presenza delle casse all’interno dello schermo è una caratteristica importante perché può fare molto la differenza in base all’uso che facciamo del nostro monitor.

In linea di massima, la convenienza la abbiamo se se lo utilizziamo come computer da lavoro, rispetto ad usarlo per l’intrattenimento.

Un computer da lavoro con casse integrate ha infatti diversi vantaggi: il primo è che occupa meno spazio, per cui lascerà libera la scrivania, e il secondo è che non abbiamo problemi con la configurazione di un sistema audio che alla fine non deve raggiungere vette altissime. Il fatto poi che se dobbiamo spostare il computer non abbiamo anche le casse da portar dietro è un’altra cosa positiva.

Ovviamente, gli svantaggi (e il motivo per cui un computer per guardare film o giocare ai videogiochi dovrebbero avere un impianto esterno e non integrato) sono diversi: prima di tutto è sempre un sistema 2.0, senza subwoofer, e poi non si può personalizzare la posizione delle casse per rendere l’acustica migliore nelle nostre attività. Se a questo aggiungiamo che la qualità del suono è, in generale, inferiore a quelle delle casse dedicate, si capisce bene come la soluzione integrata non sia la migliore, per certi tipi di utilizzo.

C’è anche da dire che, però, nel dubbio le casse integrate possono essere disattivate, motivo per cui siamo sempre in tempo ad acquistare un impianto esterno ed usare solo quello; se però siamo in dubbio, non prendiamo un considerazione schermi con casse che costino più di 20 euro in più rispetto al corrispettivo senza casse integrate, e in generale non acquistiamo schermi che superino i 30 euro di differenza tra i modelli con le casse e senza: se la differenza deve essere così alta, meglio spendere meno per lo schermo e comprare una coppia di casse da poco (sulle 10-15 euro) da abbinare al computer, a quel punto.