SIBILLE E PROFETI, MUSEI VATICANI

Un solo, unico movimento, un vortice. Cielo e terra sono uniti, il tempo non esiste più, eternità. Attesa, promessa. Profezie e vaticini. Eco del primo desiderio, racchiuso in corpi sospesi, ti osserva mentre li osservi.

Ti guardano dall’alto, voltati. E tu sei nel coro di quelli che, in abiti rinascimentali, entrano nel cenacolo. O di coloro che sorreggono Mosè in vista della Terra Promessa. Ne fai parte, ti muovi con loro. Dalla Creazione al Giudizio in uno sguardo, un volo di secoli, passati, futuri, ma sempre presenti in quel tuo solo sguardo. Il cielo si affaccia, retto da uomini che hanno camminato nella storia, che l’hanno amata e violata. La Fine è racchiusa in un gesto, perentorio, ma non ancora concluso. C’è spazio e tempo, in questa eternità, per altra vita, altra storia, altra creazione e altre creature. Hai potere, potere di prendere il pennello…

Sono entrata e mi sono seduta su una panca. Ho alzato gli occhi. Questo è quello che ho visto.

Era stato un sacrificio aprire gli occhi al primo squillo della sveglia. Di solito il sabato mattina dormo un po’ di più, ma stavolta avevo un altro programma. Ero a Roma, con una mia amica, per un weekend da turiste.

La coda per entrare, alle 8, era già di un centinaio di metri. Del resto si sa, sono i Musei Vaticani. Ed in molti hanno avuto la nostra stessa idea! Non c’è voluto più di un quarto d’ora, all’apertura (aprono tutti i giorni tranne la domenica alle 8,45), per entrare e iniziare la visita. Per me si trattava della settima volta che varcavo quella soglia, per la mia amica la prima, ma entrambe abbiamo potuto godere delle meraviglie esposte, in sale e corridoi che un tempo erano una ricca e potente corte, che richiamava i più alti nomi dell’umano ingegno e dell’arte. Statue romane, arazzi, carte geografiche, poi le stanze di Raffaello, e la Cappella Sistina.

E mi chiedo come una mente umana abbia mai potuto concepire una cosa così… Quale genio, quale carattere, quale uomo doveva essere Michelangelo per trasformare un soffitto blu con stelline d’oro in una finestra sull’eternità.

E non finisce qui, ci aspettava ancora la Pinacoteca, la crema della pittura (prevalentemente italiana) dal XII al XVIII secolo, dalle pale d’altare ai baccanali, dai ritratti celebrativi alle scene di caccia. Uno spettacolo.
Alla fine ci hanno dovuto cacciare, i Musei chiudono alle 14,00. Ne abbiamo visto forse la metà, e anche un po’ di corsa. Ci torneremo, per finire il giro e ricominciarlo ancora.

Buona visita

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