Forse sarà stata tutta la lunghissima serie dei film dei fratelli Vanzina, o forse sarà che molti sentono che l’ultimo giorno dell’anno, San Silvestro, ha qualcosa di magico, è un giorno da festeggiare con un riguardo particolare perché ci proietta nell’anno nuovo. Alcuni di noi sono abbastanza grandi da ricordarsi quel che accadde nel passaggio all’anno 2000.
Quante aspettative e proiezioni si fecero su questo numero duemila che ci stava portando nel nuovo millennio. Guardandosi oggi indietro, ci sono molti che rimpiango i più ingenui anni ‘90. Ma comunque questo non toglie che avvicinandosi ogni anno a questo fatidico 31 dicembre tutti si venga presi da una sorta di febbre molto simile a quella del Sabato Sera di Tony Manero. C’è chi a capodanno non rinuncia mai a provare i suoi limiti, magari bevendo all’inverosimile, o ancora peggio, assumendo una quantità di droghe da stendere anche un cavallo di razza come Varenne.
Ma anche queste sono degenerazioni, riti troppo dionisiaci per quelli che i primi 18 capodanni della propria vita li hanno passati stappando una bottiglia di spumantino in famiglia con la televisione sincronizzata sul conto alla rovescia dei canali RAI. E che sono ancora convinti che mangiare le lenticchie dopo mezzanotte porti soldi. L’unica cosa che può portare mangiarle a quell’ora dopo aver finito una regale cena è solo un po’ di mal di pancia e una grande flautolenza. Ma i tempi cambiano e molti scelgono di passare il Capodanno lontano dai luoghi domestici. D’altronde ci è sempre detto: Natale con i tuoi, Capodanno con chi vuoi. E così tanti scelgono le bellissime città d’arte italiane.
Che hanno l’unico difetto di essere quasi più care delle grandi capitali europee. A Firenze, o a Venezia la vita per un turista costa come se si trovasse a Londra o Vienna. E questo è veramente un peccato. Soprattutto per gli italiani stessi che avrebbero piacere e tutto il diritto di godersi a poco prezzo quel patrimonio artistico che ci hanno lasciato in eredità i grandi geni del passato. Così molti finiscono a Barcellona, a Praga, a Budapest. E si crea un turismo di massa e mordi e fuggi che fa bene solo alle casse delle compagnie aeree e agli albergatori. Faccio un esempio. Nel corso degli ultimi dieci anni si sono creati terribili luoghi comuni europei.
Praga è la Parigi dell’Est. E uno prende per buona questa affermazione quando storicamente, geograficamente, politicamente e artisticamente è abbastanza inspiegabile. Solo perché Praga ha questo aspetto un po’ bohemien alla parigina. Continuiamo. Barcellona è la città più bella della Spagna. Si, peccato che i barcelloneti sono i primi a volersi allontanare dalla Spagna e si dichiarano catalani. Poi, per concludere, se ad una persona che è stata a Budapest cerchi di spiegare che cosa è la Pannonia scoppia il panico.